Non tutti sanno che il nome di quest’isolotto non è sempre stato quello che conosciamo oggi. Da alcuni scritti di Giulio Cesare Capaccio – teologo, storico e poeta italiano del Regno di Napoli -, infatti, emerge che inizialmente la Gaiola (che, in realtà, è un mini arcipelago formato da due isolotti e un grosso scoglio) venisse appellata come Euplea, riferendosi ad “Afrodite Euploia” (Venere), patrona della navigazione, di cui l’isola pare ospitasse addirittura un antico tempio.
Ai tempi dei romani sull’isolotto della Gaiola visse un uomo di cui sappiamo poco e niente, un liberto di nome Publio Vedio Pollione, che allevava le murene, che amava in modo particolare, e che costruì la villa.
La leggenda vuole che nelle vicinanze della villa sorgesse la scuola di magia di Virgilio, dove questi insegnava ai suoi allievi l’arte della magia, del mescere pozioni e dell’alchimia. Stando a quanto riportano le storie che la città si tramanda oralmente, la Gaiola si ritrovò sotto effetto di una terribile maledizione proprio per colpa di uno degli allievi del poeta, maledizione che avrebbe portato, nei secoli successivi, jella, sfortuna e persino morte a tutti gli abitanti dell’isolotto e della Villa costruita da Publio Vedio Pollione. L’incantesimo maledetto sarebbe stato così potente da superare il mare e penetrare il suo fondale, macchiandolo per sempre con l’influsso della magia nera.
Napoli di posti incantevoli avvolti dal mistero Uno di questi è il Parco Sommerso della Gaiola, un luogo pieno di fascino che si affaccia sulle limpide acque della costa di Posillipo a Napoli con un panorama mozzafiato del Vesuvio. Si tratta di un’area marina protetta di 42 ettari di mare che circonda le Isole della Gaiola nel Golfo di Napoli e che si estende dal Borgo di Marechiaro alla Baia di Trentaremi, istituita congiuntamente dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali nel 2002.
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